31 marzo 2008

Non so se sarà stasera, ma prima o poi sarà...


A volte la vita mi spaventa. Mi spaventa la verosimiglianza con la realtà, degli altri. Gli attori si impersonificano nel personaggi che devono interpretare per renderli più veri, la mia vita si ritrova a recitare la vita degli attori, scrittori, musicisti, che scrivono, che lottano, che amano e odiano. Una vita tutta mia che ha il gusto delle vite degli altri. Premonizioni, destini comuni, punti di raccordo. Capitoli già scritti, come per tutti, come per uno solo.
Quella sera, Heath si devessere spogliato del tutto, libero da ogni vincolo civile e morale. Deve essere stretto la testa tra le mani, come se avesse un forte mal di testa. Deve aver combattuto per diversi minuti contro i suoi demoni prima di ficcarsi in gola una manciata di quelle fottuttissime pillole. Deve aver sentito il fresco delle lenzuola avvolgersi addosso, lo stomaco contorcersi e addormentarsi dolcemente. Era provato, provato da un personaggio malvagio che aveva interpretato. Si dice così, così la leggenda vuole. Joker, l'aveva ucciso, si era impossessato di lui. Per mesi in quella stanza d'albergo con film horror, tende tirate, nudo, sempre un po' mezzo  ubriaco. Deve aver combattuto davvero con tutti i demoni, che tutti hanno, che tutti non riescono lasciarsi alle spalle.
Allora mi guardo intorno, nella penombra del mio appartamento, fuori c'è il sole ma qui non entra. Quando sono solo il sole non entra mai a casa mia. La tv è accesa di sottofondo, la musica pure, è tutto un sottofondo. La pillola appena presa per rallentare i giri, il whiskey stasera per rallentare il cuore. Che schifo, perchè ?
Volevo andare davanti a casa di Sarah, poco prima di casa sua, sui muri di quel sottopassaggio, scrivere il verso del nostro amore. Non so se sarà stasera, ma prima o poi sarà...

29 marzo 2008

Ho voglia di amare, d'amore, d'amaro.


C'è qualcosa nell'aria. Non so se sia la primavera o solo la voglia di digerire. Digerire l'amaro della vita, l'amaro che ti rimane in bocca. E' il sapore dell'amore quello, l'amore non corrisposto. Il sale sulla ferita, il sangue coagulato sulle dita.
Sono le parole che nella sua bocca non suonano bene, la sua risata da bambina che sai, anche se non per certo (perchè niente è certo nella vita) che non sentirai mai, mai più.
E' l'ultimo sorso di rum, l'ultima boccata di sigaretta, la pastiglia che ti spari in bocca nella speranza che l'ansia cali e il sonno arrivi.
E' il sogno che non sogni, la speranza che sia vero, la rossa che s'incazza o poi t'ama. 

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai, non te l'ho mai detto e non te lo dirò mai...nell'amor le parole non contano, conta la musica.

E' la stipsi. Merda e amore. 
Ho voglia di amare, d'amore, d'amaro. 

28 marzo 2008

Non so se ne vale la pena

Vorrei morire dormendo. 
Dormire è una perdita di tempo, dormire è già morire. Passo le giornate a dormire, per provare svegliarmi da questo brutto sogno. Ci provo continuamente. 
Vedo di nascondermi in un mondo onirico che mi porti più soddisfazione che le vicende della vita reale, ma la maggior parte delle volte non ricordo mai i miei sogni.
Stasera vorrei ubriacarmi, ma non  so se ne va la pena.

25 marzo 2008

Fottuto mondo

E dopo che hai letto decine di libri ?
E dopo che hai visto centinaia di film e ti sei sparato un sacco di seghe ?
Cosa ottieni ? 
Ottieni che lei non c'è, che Sarah, vaffanculo, non c'è. 
Ottieni che il fondo della bottiglia e le tue pillole sono tutto quello che ti rimane.
Domani ricominci a lavorare.
Fottuto mondo.

23 marzo 2008

Con gli occhi chiusi sogno quello che nella mia inutile vita non farò mai

Vado a puttane, ho deciso.

Mi eri ripromesso che nella mia vita, mai e poi mai, avrei usufruito dell’amore a pagamento. L’amore, come tutte le cose, va guadagnato.

Ma stasera, qui in questo troppo silenzioso appartamento, il mio uccello è troppo duro perché una semplice sega basti a saziarlo. Non c’è fantasia, film porno o ricordo che lo assuefarebbe.

Non c’è la tv, non c’è la radio. Non c’è neanche un cazzo di fottutissimo rumore che rompa la tensione.

Perché c’è tensione, vero ? Non sono l’unico a sentirla ? O c’è così tanto cazzo di rumore che non riesco neanche ad accorgermene ?

No, vaffanculo, c’è solo troppo silenzio qui, mi sembra di morire. Mi sembra di essere faccia a faccia con me stesso e, non so, quali dei “miei stesso” sta prendendo il sopravvento. Forse sono pazzo, forse sto morendo. Se muoio è un casino. C’era del sangue nella mia merda oggi. L’ho notato quando, per la terza volta, sono dovuto correre in bagno. Sempre nell’ennesimo, dannatissimo, centro commerciale. Diarrea. C’era del sangue nella mia diarrea e non so se è il mio corpo che si sta lentamente liquefando o sia solo frutto della digestione dei fottutissimi panini rancidi di McDonald. Forse non era sangue quello nella mia merda.

Sono un cazzo di malattia ambulante. Ho l’asma, non riesco a respirare, mi si stringono i polmoni o, che cazzo ne so i bronchi. E allora devo spruzzarmi in bocca quella fottuta bomboletta blu che devo tenermi sempre a portata di mano. Se no soffoco. Ho l’asma, me lo porto dietro da quando ero bambino, allergia.

Fumo, fumo tante, troppe sigarette per uno che soffre d’asma. L’asma toglie il respiro, la sigaretta pure. Ad ogni sigaretta che fumo è una boccata di ossigeno in meno che entra nel mio corpo e questo, non va bene. Mi strafaccio di quel cazzo di gas che sta in quella bomboletta. Le prescrizione mediche consigliano un utilizzo di 2/3 spruzzate al giorno, io cazzo ne faccio quasi fuori uno alla settimana. Mi fa saltare il cuore quel cazzo di gas, sapete ? C’è scritto anche sul foglietto. Bum bum bum … bum cazzo, ne manca uno, per qualche secondo il cuore si ferma, salta un battito o la fa dopo.

Butto fuori l’aria, fino in fondo, fino a quel cazzo di molecola di anidride carbonica che ho nei polmoni e ccccfffffffff…trattengo il respiro per qualche secondo e torno a respirare. Aria.

Non dormo di notte, ansia. Ansia di giorno, ansia di notte, ansia sempre ansia. Così prendo delle fottuttissime pasticche che dovrebbero tenerle a bada. A giorni posso farne a meno, mentre a giorni, merda, è impossibile. Tolgono il respiro anche quelle, “carenza respiratoria e stipsi”. Ti nega la possibilità di respirare e di cagare. Ottimo.

Quindi immaginatevi voi, nel mezzo della notte, questo disgraziato scrittore a dover combattere contro l’asfisia dovuta alle troppe sigarette, alle pastiglie per l’ansia, all’asma. Si alza annaspando, con il respiro che fischia, corto, troppo corto. A volte, le notti sono troppo lunghe.

Ho la pelle del viso butterata. A dire il vero oggi molto meno che anni fa. È il fegato, il fegato che manda non riesce a digerire tutti quei medicinali, tutta quelle schifezze e tutto quell’alcol che butto giù.

Stasera poi non va. Mi sento caldo, mi sento dolere ogni singolo muscolo del mio corpo. Il collo, la spalla. Ho dormito male stanotte in quel cazzo di letto che non è il mio. Mi sono buttato giù una pastiglia, c’ho bevuto sopra una boccata di birra e mi sono acceso l’ennesima, dannatissima sigaretta della giornata. Stanotte ci sarà da divertirsi.

Per tanto che smetta di esserne consapevole, sono sempre dipendente da qualcosa.

Non c’è la tv qui, cazzo. Non si sente niente.

Vado a puttane stasera. Ho deciso.

Esco, apro il cancello, mi immetto sulla statale e faccio un giro. Guardo la merce. Faccio un paio d’avanti e indietro, tanto lo so dove si fermano. Poi, trovata la passera migliore (se devo andare a puttane almeno che faccia un giro su di una bella puledra di razza), accosto, tiro giù il finestrino e le dico:

 

- Ciao bellezza, quanto vuoi ?

- Ciao bello, cinquanta euro se vuoi scoparmi…

- Ok, salta su.

 

Cazzo, è veramente bella, giovane, soda. Deve avere poco più di vent’anni. L’accento tradisce la sua nazionalità, dovesse russa, rumena o polacca, cazzo ne so. Ma è bellissima. È giovane, con i capelli biondi, snella, affusolata, due tette fantastiche. Le gambe racchiuse in quelle calze a rete, quasi eccessivamente volgari per un viso angelico come il suo. Vorrei non pagarla, o pagarla di più o salvarle la vita. Darle tutto quello che ho, cioè niente, per farle vivere una vita migliore. È il pensiero che conta. Fanciulla beata, piccola, dolce, che ti ritrovi dentro di il pisello di qualche cinquantenne troppo grasso, sfatto e inetto. Non ti meriti una vita così.

Sento il suo profumo, eccessivo, acido, dolce. Mi da la nausea. Mi accendo una sigaretta e la radio, c’è troppa tensione nell’aria. Cerco di guardala con la coda dell’occhio: ha lo sguardo fisso in avanti, le spalle un po’ alzate per il freddo e le mani sulle ginocchia. Sta sulla difensiva. Ma è comprensibile, farei così anch’io se facessi il suo sporco lavoro.

Ha delle belle mani. Grandi, dita lunghe, unghie lunghe, curate, smaltate di rosso. Ci speravo. Non so per quale cazzo di motivo le unghie laccate mi eccitano. Mi eccitano così tanto da scaricarmi solamente film porno dove le protagoniste hanno lo smalto. Così dev’essere per una sega coi fiocchi.

 

- Bello smalto… - le dico, senza togliere lo sguardo dalla strada.

- Grazie, l’ho messo prima di uscire…gira per di qua, a destra, lì non ci vede nessuno.

 

Mi piacerebbe chiederle il nome, presentarmi, renderle partecipe della mia felicità e del mio eccitamento per via dell smalto e tutto il resto, ma non mi sembra il caso. Nessuna puttana ha voglia di sentire parlare. Vogliono solo i soldi e che tutto si svolga nel minor tempo possibile.

Ho paura, tremo, mi accorgo che forse ho fatto una cazzata. La più grossa cazzata della mia vita. Dovevo farmi una sega prima di uscire, lo sapevo. Lo sapevo che avrei avuto i sensi di colpa per tutto il resto della mia vita.

 

- Ferma qui – sussurra lei, come se non volesse farsi sentire da nessuno.

 

Lo spiazzo è vuoto, a pochi metri da una zona industriale, il cielo illuminato dalla luna piena. Lei si guarda in giro un paio di volte, come per assicurarsi di non esser stata seguita. Si leva il pesate maglione nero, mostrandomi nella sua più divina bellezza, il suo seno.

 

- Posso toccare…?

- Prima i soldi, poi tutto quello che vuoi bello.

 

Non sono bello, sono malato e nella mia merda oggi ho trovato del sangue. Ma le do i 50 euro e le tocco le tette. Belle, sode, morbide. Non so come si fa, mi sembra di aver dimenticato tutto. Tutto quello che sapevo su come toccare un paio di te. Così maneggio, maldestramente, giro e rigiro le mani.

È lei a dare il via ufficiale allo spettacolo, le sue mani sulla mia patta già gonfia. C’è lo smalto e più che erezione, il mio pisello è già sull’orlo dell’esplosione.

 

- Senti, cioè, non è che puoi farmi solo un pompino, penso che mi basti – la mia voce è terribilmente tremante. Così magari, con solo un pompino, la cazzata è marginale. Come se mia moglie invece di farsi sbattere dall’amate se la fa solo leccare. No, è una cazzata, è una fottuta cazzata anche il pompino.

 

- Ok, ok, ok…

 

Sa dove mettere le mani, tanto che la mia patta è aperta senza neanche che io me ne accorgessi. Mi svila i pantaloni, piano, fino alle ginocchia. Si avvicina piano ai miei boxer, sento il suo fiato attraverso il tessuto. Mi morde il cazzo, un morso lieve ma incredibilmente eccitante. Sfila anche i boxer, il mio pisello è dure, eretto come mai l’avevo visto prima. Durò poco la visione perché sparì completamente dentro alla bocca di lei. Su e giù, su e giù, poi delicatamente, con la lingua. Non so se stavo godendo, ma qualcosa di piacevole stava indubbiamente accadendo.

 

- Scusa, perdonami, posso guardarti mentre me lo prendi in bocca…

- Ok, sposta gamba però, mettila qui…

 

Si scostò i capelli da un lato e mi guardava negli occhi. Il mio cazzo era dentro la sua bocca, tutto, completamente, le sue mani lo accompagnavano. Lo smalto rosso. Non so quanto durò, ma so solo che fu breve e intenso e da perderci la vita. Le venni in bocca, senza dirle niente.

Con il cuore a un milione di battiti al secondo, il respiro affannato e il pisello sporco di rosse. Lei aprì lo sportello e sputò il mio sperma.

 

- Piaciuto ? – disse lei con l’intonazione di chi sapeva già da troppo tempo la risposta.

- Sì, cazzo…cazzo…

- Ti prego riportami sulla statale, devo tornare lavorare.

 

Un tremito freddo mi risale la schiena, freddo, gelido. Da febbre. Apro gli occhi, li richiudo per poi riaprirli ancora più forte. Come se non bastasse.

Con gli occhi chiusi sogno quello che nella mia inutile vita non farò mai.

19 marzo 2008

Kristin Davis - Very Sex & The City


Hai iniziato a guardare Sex & The City da quando la tua exexex cercava di ispirare la sua vita a quel telefilm. Carrie era il suo personaggio preferito, cercava di trovare ovunque collegamenti tra le loro due vita. Tu guardavi per capire. Ti arrapavano i pompini di Samantha e ma in fondo amavi dal profondo del tuo cuore il viso angelico di Charlotte. Ti chiedevi come un sorriso del genere potesse fare prodezze sessuali del genere. Poi ti ricordava in modo particolare il sorriso del tuo primo vero amore platinico adolescenziale. Ti ricordi di esserti masturbato diverse volte pensando a quel sorriso, pensando alla sua bocca e a tutto il resto che c'era attaccato intorno.
Stamattina scopri, sfogliando svogliatamente le pagine virtuali di diversi quotidiani italiani e mondiali, che Kristin Davis (proprio la Charlotte sopracitata) pare che si sia fatta fotografare mentre sta felicemente scopare. La notizia mi colpisce e cerco di trovare le foto incriminate. Solo poco fa il mio amico americano me le 
manda direttamente per mail. Penso che queste foto mi faranno compagnia stasera, se non altro scaricheranno la pistola prima di uscire.

    

Andrò all'Inferno



Sarah è l'amore della mia vita. Di questo momento della mia vita. E' la mia Beatrice, per lei andrei all'Inferno, passerei il Purgatorio, rinascerei in Paradiso per stare il resto della mia vita con lei.

Ma non riesco ad esimermi dai pensieri impuri verso le altre.

C'è poco da fare, amo le donne. Farei fare l'amore con tutte, indistintamente, quelle che mi interessano. Stamattina Cintia mi ha gonfiato i pantaloni. Ha sconvolto i miei più intimi pensieri, trovolgendoi con i suoi. Tutto in silenzio.

La biondina era là anche stamattina, si chiama Julia.

"Ciao..."

"Ciao !"

Andrò all'Inferno, lo so. E Sarah si incazzerà.

Domani parto. Ho bisogno di guidare.

18 marzo 2008

Lei pianse

Feci l'amore con lei la notte prima. Avevo ancora sulle labbra il sapore della sua pelle. Abbracciata a me, con ancora lo stesso profumo che invadeva le mie narici già corrose dalle troppe Camel, le dissi:
"Ti amo..."
"..."
"Non te l'ho detto perchè tu mi rispondessi..."
Lei pianse.

La ruvidità della mia pelle

Se vi dicessi che in questo momento sono al lavoro, probabilmente non ci credereste. Ma non ci credereste non al fatto che sono al lavoro, non ci credereste che sono io.
Ieri sera il mio ego è stato soddisfatto. Il mio cuore pure. Ma non basta, non basta mai. Perchè vorrei la sicurezza. Sicurezza di qualcosa che al novantapercento non avrò mai.
Nella mia indecisa soddisfazione, nella paura che tutto, di nuovo, risalga, come il vomito dopo una bevuta troppo copiosa di vino, mi sparo uno xanax.
Oggi l'analista mi aspetta.
Adesso caffè, sigaretta e il pensiero alla biondina alla quale passo davanti tutte le mattine.
Sarah, anche se sei qui dentro, ti vedo.

17 marzo 2008

Prefazione

Mi ritrovo davanti ad una pagina bianca. Forse, un nuovo capitolo della mia vita. 
Se avessi dovuto scrivere un libro l'avrei dedicato a Sarah, lei è stata la causa di tutto.
Lei è stata la fine del mio bicchiero pieno di rum. Lei è stata la sbornia più devastante che un alcolizzato possa mai provare il mattino dopo.
Sarah è il "mattino dopo".
Adesso Sarah non c'è, Sarah è il silenzio. Sarah è là ma non la posso avere.
Cosa farò per passare tutto questo ?
Non c'è mai limite alla parola fine...
Se mi farete compagni la troveremo insieme.

You can't alway get what you want