20 aprile 2008
Deliri di un professore di educazione tisica
Usciva così tanto vapore dalla stanza da bagno che iniziavo sentire il sapore del suo bagnoschiuma sulle mie labbra, in salotto. Dovevo finire quel fottutissimo libro, era da troppo tempo che quel finale tardava ad arrivare.
Jane avrebbe sposato Hank nel cuore del Central Park o l'avrebbe lasciato per tornare con il suo ex ?
Tiravo avanti il finale, pagine su pagine, per decidere se far assomigliare il libro alla vita o lasciare che l'happyending mi avrebbe fatto vedere centinaia di copie.
Uscì dalla stanza da bagno con ancora l'alone di vapore intorno a lei, aveva i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle. Venne verso di me, appoggiò le sue labbra sulla mia tempia sinistra, lesse due parole dal pc e mi accarezzò il viso. Sapeva di miele, sapeva d'amore.
Sparì dalla mia vista per qualche secondo, torno scalza, con in mano un boccettino di smalto rosso. Si sedette sul divano, di fianco alla mia postazione di lavoro, accesa la tv. Tolse il volume. L'amavo, non voleva disturbarmi.
Inizio a passarsi lo smalto su ogni unghia delle sue mani, dolci, affusolate. Mani da donna. Sembrava che l'avesse sempre fatto. L'accappatoio si slaccio lentamente lasciando intravedere i suoi seni, sodi, plagiati un po' dal freddo, inturgidendo quei piccoli capezzoli.
Si soffiava sulle unghie, mani di fata, mentre con un occhio guardava la tv e con l'altro scrutava l'espressione del mio volto. Sapeva che mi eccitava. Lo sapeva benissimo.
Spense la tv, accese Chet Baker e una sigaretta. L'accappatoio le cadde lungo i fianchi e venne verso di me. Il suo corpo era caldo e sinuoso e quelle mani...diosolosa quelle mani. Prese una boccata di fumo e mi baciò, passando il fumo dalla sua alla mia bocca.
Si sedette sulle mie ginocchia, già imbarazzate dall'enorme erezione che si stava consumando nei miei pantaloni. E lei sapeva, sapeva benissimo. Come sapeva benissimo l'effetto che mi avrebbe fatto la sua lingua sul mio collo. Le toccavo i seni.
Bastò che una sua mano sfiorasse la patta dei miei pantaloni, una mano, con quello smalto, con quelle mani che l'orgasmo fu selvaggio, istintivo, carnale.
Bastarono pochi secondi per capire che un secondo round ci avrebbe aspettato in camera da letto e questa volta, la lingua, ce l'avrei messa io.
PS: potrebbe essere così la mia donna ideale. Penso che sarebbe ora di trovare un modo più rapido per comunicare, no ?
Jane avrebbe sposato Hank nel cuore del Central Park o l'avrebbe lasciato per tornare con il suo ex ?
Tiravo avanti il finale, pagine su pagine, per decidere se far assomigliare il libro alla vita o lasciare che l'happyending mi avrebbe fatto vedere centinaia di copie.
Uscì dalla stanza da bagno con ancora l'alone di vapore intorno a lei, aveva i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle. Venne verso di me, appoggiò le sue labbra sulla mia tempia sinistra, lesse due parole dal pc e mi accarezzò il viso. Sapeva di miele, sapeva d'amore.
Sparì dalla mia vista per qualche secondo, torno scalza, con in mano un boccettino di smalto rosso. Si sedette sul divano, di fianco alla mia postazione di lavoro, accesa la tv. Tolse il volume. L'amavo, non voleva disturbarmi.
Inizio a passarsi lo smalto su ogni unghia delle sue mani, dolci, affusolate. Mani da donna. Sembrava che l'avesse sempre fatto. L'accappatoio si slaccio lentamente lasciando intravedere i suoi seni, sodi, plagiati un po' dal freddo, inturgidendo quei piccoli capezzoli.
Si soffiava sulle unghie, mani di fata, mentre con un occhio guardava la tv e con l'altro scrutava l'espressione del mio volto. Sapeva che mi eccitava. Lo sapeva benissimo.
Spense la tv, accese Chet Baker e una sigaretta. L'accappatoio le cadde lungo i fianchi e venne verso di me. Il suo corpo era caldo e sinuoso e quelle mani...diosolosa quelle mani. Prese una boccata di fumo e mi baciò, passando il fumo dalla sua alla mia bocca.
Si sedette sulle mie ginocchia, già imbarazzate dall'enorme erezione che si stava consumando nei miei pantaloni. E lei sapeva, sapeva benissimo. Come sapeva benissimo l'effetto che mi avrebbe fatto la sua lingua sul mio collo. Le toccavo i seni.
Bastò che una sua mano sfiorasse la patta dei miei pantaloni, una mano, con quello smalto, con quelle mani che l'orgasmo fu selvaggio, istintivo, carnale.
Bastarono pochi secondi per capire che un secondo round ci avrebbe aspettato in camera da letto e questa volta, la lingua, ce l'avrei messa io.
PS: potrebbe essere così la mia donna ideale. Penso che sarebbe ora di trovare un modo più rapido per comunicare, no ?
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1 commento:
sì sono d'accordo!!! ne sarei molto contenta!
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